La fondazione della chiesa di S.Calocero, in stretta relazione con la chiesa di S.Pietro al Monte, si fa risalire al tempo del vescovo Angilberto II che avrebbe trasportato le reliquie del santo martire da Albenga, per sottrarle alla profanazione dei musulmani che erano alle porte.
Nel documento più antico in cui compare il nome del monastero di Civate,il documento di Fabaria, dell’845, si elencano i nomi di 35 religiosi residenti, tra cui i due illustri monaci Leudegario e Hildemaro chiamati in Italia dal vescovo Ramperto di Brescia per la riforma dei monasteri benedettini.

In verità 35 monaci sembrano essere parecchi per trovare alloggio nel monastero al monte. Tuttavia il nome del monastero di S. Calogero accanto a quello di S Pietro compare solo in un documento del 1018, anno in cui sale alla cattedra di arcivescovo di Milano Ariberto, ragion per cui molti studiosi attribuiscono a questo arcivescovo il trasporto del corpo di S.Calocero da Albenga a qui. Alcuni frammenti architettonici fanno risalire al IX sec. le origini dell’abbazia, mentre il muro a sud con il ritmo di finestrelle strette e allungate suggerisce una datazione intorno alla prima metà del secolo XI.
Si può ipotizzare allora che nel IX secolo ci fosse una chiesa più piccola , che è stata edificata la chiesa attuale nel sec XI e che sia stata ampliata e decorata alla fine dell’ XI sec
Non ci è dato saper quali fossero le dimensioni del monastero , ma sicuramente era un vasto edificio viste le dimensioni notevoli della chiesa .Sicuramente esisteva già nel XII sec. il doppio chiostro.
Dopo il sec XIII inizia per l’abbazia il decadimento.
Mentre la chiesa alpestre riuscirà a salvarsi dai rifacimenti, la chiesa al piano viene ampiamente rimaneggiata. Non c’è più, dopo il XIV sec, un abate residente ma abati commendatari che non sono più residenti ma riscuotono le rendite e sovrintendono alla sua conservazione.
Il più famoso fu il Card.Ascanio Sforza che fece restaurare la chiesa come risulta da una iscrizione sull’architrave della porta principale in cui si dice che fece fare l’elegante portale e il soffitto della chiesa. Ci furono poi il cardinale Antonio Trivulzio ( due lapidi lo ricordano sul muro del chiostro) e il nipote Filippo Trivulzio.
Dopo i Trivulzio arrivò Niccolò Sfondrati che divenne papa nel 1590 col nome di Gregorio XIV. Egli chiamò a Civate gli Olivetani, per carenza di vocazioni tra i Benedettini. Essi diedero mano al rifacimento del monastero.
Sappiamo che la chiesa del monastero serviva anche per tutte le celebrazioni della comunità cui presiedeva un vicario arcivescovile, ma la convivenza tra monaci e clero secolare non era pacifica , a volte scoppiavano furiosi litigi.
Nel 1734 il cardinale Erba- Odescalchi volle perciò che fosse trasportata la cura d’anime dal monastero alla chiesa dei S.S. Vito e Modesto, una piccola chiesa già esistente che venne allo scopo ampliata anche con il contributo economico dei monaci. Qui i parrocchiani continuarono a pretendere che si usasse il rito romano come nel monastero.
La riforma dei monasteri voluta da Maria Teresa d’ Austria diede un duro colpo all’abbazia civatese ma sorte ancora peggiore gli toccò dopo la rivoluzione francese e l’avvento di Napoleone. Il monastero fu soppresso e venduto a privati, gli arredi furono venduti e parte finirono nella Parrocchiale, come la bella statua lignea dell’Addolorata molto venerata dai Civatesi.
Rimasero il campanile e le campane: il primo fu abbattuto nel 1896 perchè ritenuto pericolante e le seconde svendute.
Il complesso di san Calocero fu acquistato da privati che ne fecero la loro residenza e una filanda. Rimesso in vendita nel 1930, fu acquistato da Mons. Edoardo Gilardi che ne fece una casa di riposo per ciechi prima di guerra e poi civili. Ora è casa di riposo per anziani.
San Calocero

E’ un santo martire la cui leggenda è legata a quella dei santi Faustino e Giovita di Brescia. Egli era un funzionario dell’imperatore romano Adriano (313) che rimase colpito dalla serena sopportazione del martirio di questi due martiri e si convertì.
Imprigionato fu poi decapitato.
Le reliquie furono trovate a Civate nella cripta sotto l’altare solo nel 1286. Dopo il 1523, data certa ultima della presenza delle reliquie, esse vennero trafugate e non se ne ebbe più notizia.
La Chiesa
Originariamente la chiesa si presentava con pianta basilicale divisa in tre navate di uguale lunghezza terminanti con abside semicircolare.Le absidi originali terminavano a livello dell’abside della navata nord, ora inglobata in un edificio. La copertura era a capriate e la navata centrale presentava sul lato sud 5 finestrelle alte e strette.
In un secondo tempo venne sopraelevato il presbiterio per far posto alla cripta e fu allungato per aggiungervi un profondo coro ( fine XI sec. )
Ora si nota la differente altezza della navata sud, rialzata forse in concomitanza alla costruzione del chiostro esterno . Inoltre la navata è stata accorciata forse per creare un collegamento con il chiostro. Sono poi state chiuse le ultime due campate delle navate laterali per cui non vediamo più le due absidi laterali. La copertura delle navate a volta ha abbassato il soffitto e ha interrotto il ciclo di affreschi sulle pareti. Parte di essi si vedono dalla chiesa, altre solo dal sottotetto.
Le storie raffigurate dovevano essere divise su due registri, separati tra loro da due motivi a greca e proseguivano anche sulla controfacciata. Il fregio superiore più alto dell’inferiore era intervallato da figure di animali, uccelli per lo più. Sulla parete Nord , iniziando dalla controfacciata, sono narrate le storie di Mose’ e Aronne e la liberazione del popolo di Israele dalla schiavitù dell’Egitto ( Esodo cap. VII-XVI )

Sulla parete sud storie di Giosuè , i Giudici, i Re.
Tutte le scene raffigurate vogliono anche invitare a rafforzare la propria fede facendo esse riferimento a un passo della lettera agli ebrei (cap.11) nel quale si fa un elenco di esempi di fede di personaggi dell’antico testamento tra cui Mosè, Giosuè, Raab. Gedeone, Sansone, proprio le figure qui rappresentate. Il pellegrino che qui entrava vedeva raffigurato il suo percorso di fede e invogliato a purificare lo spirito nella grazia che lo preparava a contemplare la Gerusalemme Celeste affrescata a S.Pietro.
Viene sottolineato il contrasto tra le sofferenze terrene e la beatitudine della Gerusalemme celeste. Nella navata della chiesa c’è un interessante affresco del XV sec. raffigurante la Madonna col Bambino. Gli affreschi sulle volte rappresentano la gloria di S. Calocero, la gloria di S. Pietro e una lacunosa apparizione della Trinità ai Santi Vito, Modesto e Crescenzia.
La cripta

La cripta è stata costruita alzando il presbiterio.
E’ divisa in tre navate uguali da sette colonne su due file, la copertura è a volta a crocera con le vele affrescate.
I muri laterali sono divisi in sette spazi simili a nicchie dove sono affrescati : sul lato sinistro i santi Carlo, Benedictus, GREGORIUS, Petrus M.S., Calocerus,Barnaba Petrus, mentre sul lato destro le sante Maria di Magdala, Ursula , Barbara, Apollonia. Su questo lato mancano due nicchie, la prima e l’ultima, trasformate in porte. Gli affreschi sono del 1600.
Nella volta sopra l’altare è stata scoperta la sinopia di un perduto affresco raffigurante nel mezzo l’agnello immolato circondato dai quattro evangelisti, rappresentati con corpo umano e teste del simbolo a loro riferito: Giovanni, l’aquila; Luca, il bue; Marco, il leone; Matteo, l’angelo.
Il chiostro

Risale al 1600 , ha forma quadrata con lati di 24 metri e doppio ordine di colonne, ventotto al piano terra e altrettante ma più piccole al primo piano. Nel centro del chiostro è collocato il pozzo rotondo di granito sormontato da una tettoia di legno col rullo per avvolgere la corda del secchio
La Piazza
Sulla piazza si aprono gli antichi ingressi del monastero e della foresteria ed è chiusa a ovest da un arco imponente sovrastato dal simbolo dell’ordine olivetano ( sec. XVII )
Anticamente c’ era una torre di guardia che fino a pochi anni fa dava il nome alla piazza (pz. Torricella ). La facciata della chiesa presenta un piccolo protiro e si notano gli archetti ciechi che seguono le falde della copertura.

Per maggiori informazioni visitare il sito della fondazione casa del cieco